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Il blogging è un fenomeno sociale che dura ormai da diversi anni, affermandosi a partire dall’avvento del web 2.0, cioè da quando la comunicazione su internet passò gradualmente da essere uno strumento mono-direzione ad uno multi-direzionale.

In realtà la multi-direzionalità iniziò con l’avvento stesso del web, ma nei primi anni non fu sfruttata pienamente semplicemente perché, per questioni soprattutto tecniche, non si erano ancora diffusi strumenti in grado di consentire di pubblicare per proprio conto i contenuti in modo semplice, immediato e senza avere conoscenze di HTML (per i profani Hyper Text Meta Language), il linguaggio ancora alla base del funzionamento delle pagine web.

Fu l’avvento dei primi sistemi CMS (Content Management System) a consentire a chiunque di poter scrivere e diramare contenuti, e la ciliegina sulla torta fu poi la possibilità per chiunque di poter commentare gli articoli. Nacque così il blog: una sorta di diario online (il termine blog, oltretutto, deriva dalla contrazione dei termini inglesi “weB”, cioè rete, e “Log”, cioè diario).

Per anni, soprattutto in un Paese ancora un po’ digitalmente retrogrado come l’Italia, si è pensato che i cosiddetti “blogger” non fossero che in maggioranza “nerd” appassionati di informatica e di altri argomenti ma che non avessero le competenze e l’autorevolezza per permettersi di scriverne.

In parte fu anche così: molti blogger sfruttarono il fenomeno del blog solo per fare i “fighi”, o divulgando “fuffa”: proposte commerciali poco etiche.

Ci fu, ed aimé c’è ancora oggi, chi li usò per promuovere fantomatici sistemi per arricchirsi in poche settimane, o per rivelare “incredibili trucchi” per vincere al casinò, o altri più o meno simili “scam” (argomento, questo, che meriterebbe sicuramente un articolo a parte).

Ma attenzione: il vero e bravo blogger è tutt’altra cosa.

Come avviare un blog di successo?

Intanto bisogna chiarire cosa si intenda per “successo”.

Il vero successo di un blog non si misura in termini di visite, pagine viste, utenti unici, tempi di permanenza ecc. Certo, questi ultimi sono fattori importanti, ma sono la conseguenza di un blog di successo, ma non l’obiettivo da porsi perché un blog lo diventi.

Questo è un concetto chiave: un blog di successo segue le regole del marketing, cioè deve offrire delle risposte a delle domande e farlo con il linguaggio più consono al proprio target.

Chi avvia un blog con il solo intento di farne un blog di successo, è destinato al fallimento. È richiesta molta perseveranza ed umiltà: i risultati, prima o poi arriveranno.

Quali competenze per avviare un blog?

Diversamente da ciò che si possa pensare, non occorrono lauree o master. È chiaro che bisogna saper ben scrivere in italiano corretto. È la base.

Poi è essenziale avere un atteggiamento di apertura: trattandosi di un diario, bisogna lasciarsi andare, raccontando storie, esperienze, fatti accaduti a se o ad altri, parlare delle proprie passioni, sia in ambito hobbistico che professionale, e mettendo sempre al centro i contenuti e mai se stessi. Spesso il blogger, purtroppo, viene frainteso come solo chi vuole apparire. Ma basterebbe concentrarsi sui suoi contenuti per capire se vi è una spontanea e genuina voglia di scrivere per gli altri o per se stessi.

La scrittura per se stessi, infatti, sarebbe solo uno sfogo che, forse, non porterebbe nulla. Al contrario post in cui si affrontano argomenti presentando il proprio punto di vista, o dove si insegna qualcosa agli altri, possono essere fattori importanti.

Certamente bisogna saper qualcosa, avere un minimo bagaglio di esperienze da raccontare. Quindi fare il blogger non è per gli ignoranti e gli sprovveduti, che sia chiaro: ripeto che non è essenziale essere geni in qualcosa, ma piuttosto dei bravi “semplificatori”. Spesso è più il linguaggio e lo stile di scrittura a fare la differenza, fermo restando che bisogna scrivere cose utili a chi ci legge.

Per questo motivo, in un mare di blog e pagine web piene zeppe di risorse sugli argomenti più disparati, ha ancora senso oggi aprire un nuovo blog anche se, più o meno, può ripetere le stesse cose che qualcun’altro ha già scritto: proprio perché lo stesso concetto, spiegato in modo diverso, fornisce spunti di riflessione diversi e può penetrare più profondamente e chiaramente nella psiche del lettore. E, oltretutto, come chiarirò in seguito, è un eccezionale sistema per generare traffico targettizzato ed aumentare le vendite.

Qual è la parte più difficile nel fare blogging?

Occorrono, come già detto a costo di essere ripetitivo, i seguenti elementi: umiltà, apertura, conoscenza, esperienza e pazienza. Quest’ultimo elemento, appunto la pazienza, fa rima con un altro fattore: il tempo. Esatto, per fare il blogger ci vuole tempo.

Moltissimi penseranno che avviare un blog sia uno sforzo enorme, per non parlare della fase di aggiornamento, che dovrebbe essere costante. Ciò è assolutamente vero. Se il blog, poi, decidi di crearlo tecnicamente tu, il tempo richiesto è ancora di più, sebbene esistano in rete sistemi gratuiti per iniziare (come Blogger di Google), ma che, chiaramente, richiedono una certa applicazione e dimestichezza per essere capiti ed usati a dovere. E poi il tutto andrebbe pianificato, senza contare la fondamentale strategia di branding che non dovrebbe essere assolutamente improvvisata.

Insomma, per fare un lavoro d.o.c., meglio affidarsi ad un’agenzia specializzata, che provvederà a costruire un blog su misura, adatto alle tue esigenze. Ma un conto è crearlo, un altro conto è quello di definirne i contenuti, facendo magari un piano redazionale, e di iniziare. Appunto, avviare il motore è senz’altro la parte più difficile.

Iniziare: la mia esperienza di blogging

In questo articolo ho riportato alcuni consigli che io stesso sto mettendo in pratica, sulla mia pelle, per avviare questo blog, nel momento in cui scrivo avviato meno di un mese fa. I primi miei post sono stati i più difficili. Infatti, pur avendo molte idee e storie da raccontare, e sapendo, credo, scrivere discretamente e velocemente, inizialmente non riuscivo a definire uno stile di linguaggio con cui raffrontarmi con il mio target.

Dopo qualche post cancellato e rifatto, sono riuscito a capire che, nel mio caso sarebbe dovuto essere spontaneo e professionale allo stesso tempo. E soprattutto chiaro, chiarissimo, mettendo in pratica lo sfrorzo di mettermi nei panni del lettore, cercando di non prendere per scontato nulla.

Adesso, dopo avere scritto e lanciato un po’ di articoli, devo dire che ci metto molto meno tempo e fatica!

Quindi è questione di allenamento, occorre lanciare la macchina e sfruttarne poi l’inerzia. Nel mio caso scrivere un post al giorno “sarebbe” il massimo, ma devo ammettere che, facendo mille altre cose, mi è al momento davvero difficile. Ma specie all’inizio scriverne tanti è importante, proprio perché la macchina va lanciata bene. Forse, dopo, sarà possibile rallentare un po’, vedremo. Al momento la mia media è di 4/5 post settimanali, e credo che non sia affatto male.

Cerco (the last but not the least), di curare del mio blog anche l’aspetto SEO (Search Engine Optimization, cioè la pratica di ottimizzazione nei motori di ricerca): non avrebbe senso, infatti, scrivere tanto per poi ritrovarmi con zero lettori.

Il blog è roba da sfigati o da bravi imprenditori?

Sfruttare un blog per spingere al massimo un brand è una delle cose che da diverso tempo molte aziende nazionali fanno già. E tu? Credo che per un’attività, anche piccola e locale, sfruttare il content marketing, di cui il blogging di questa branca del marketing è l’applicazione più diffusa, sia una reale e concreta chiave di successo.

Bisogna però ricordare, alla stregua del blog personale, che anche nel caso di un blog aziendale portarlo avanti con post che non facciano altro che auto-elogiare il brand o lo scrittore sarebbe un gravissimo errore. Ma è pur vero e chiaro che uno scopo commerciale, anche se velato, un blog aziendale deve averlo.

Quindi quale potrebbe essere un ottimo modo di fare blogging, per un’azienda?

Risposta più sensata: parlare dei propri prodotti e dei propri servizi, delle proprie esperienze positive e, perché no, anche di quelle negative, per creare fiducia nei confronti dei contatti.

Attenzione: parlare dei prodotti e dei servizi non significa riportare integralmente le proprie schede tecniche. Significa raccontare storie che li riguardano, ad esempio, test sul campo, recensioni obiettive, esperienze reali, e sottolineo reali, dei propri clienti. Occorre, se ancora non fosse chiaro, parlare del vantaggio concreto che determinati prodotti e servizi possono portare all’utilizzatore. Creare fiducia deve essere l’obiettivo principale di un blog aziendale.

Agendo nel modo descritto, questa verrà da sé. Come diretta conseguenza della fiducia, ne conseguirà che il blog aziendale “convertirà” una parte dei contatti tramutandoli in clienti.

In conclusione

L’attività che prevede la creazione e la gestione di un blog (anche in out-sourcing, cioè in collaborazione esterna con un’agenzia specializzata in servizi di copy-writing), per una qualsiasi azienda che opera non solo a livello nazionale, ma anche locale, è oggi un’importante strategia di cui beneficiare ed un investimento che a mio avviso vale davvero la pena di fare.

E, aspetto da non trascurare, per chi ama scrivere anche molto piacevole e capace di donare grandi soddisfazioni sul piano umano.

(Foto: Pexels)

 


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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